EWMD MILANO | Il linguaggio inclusivo è importante

Il linguaggio inclusivo è molto importante



Il linguaggio inclusivo è un tema che ci sta molto a cuore. Molti sono stati gli eventi organizzati su questo tema e molti altri ancora ne organizzeremo. Il tema è più che mai attuale. Grazie a numerosi, webinar, tavole rotonde e interviste, organizzate da EWMD e da altre associazioni, se ne comincia a sentir parlare anche in televisione.
Quello che mi ha colpita (colpita ma non sorpresa) è vedere lo stupore delle persone quando si fanno notare certe cose. Volete un esempio? Gli ospiti di programmi televisivi, pur con lo scomparire del titolo, che a me piaceva molto, come molto mi piaceva il darsi del lei, nel caso degli uomini, vengono chiamati per cognome, le donne, invece, come se un cognome non ce l’avessero, vengono chiamate per nome. Particolarmente irritante, per me,  Bianca Berlinguer che si fa chiamare “Bianchina” dal suo ospite fisso.
 

I giornalisti e le giornaliste potrebbero fare la differenza
 

Se i giornalisti cominciassero a rappresentare con il dovuto rispetto le conquiste scientifiche delle donne, che pure molte vette hanno toccato, in tema di scoperte scientifiche, non ci troveremmo a dover impiegare le energie in progetti come Equalpanel che cercano, appunto, di sensibilizzare gli organizzatori di panel, nel tenere un’equa rappresentanza di donne e uomini competenti.
 
Avete provato a chiedere a Google di tradurvi “colf” dall’italiano all’inglese? Vi tradurrà, correttamente, “maid“ che vuol dire sia maggiordomo che governante, ma nella definizione di colf aggiungono: “sostantivo, collaboratrice familiare, domestica, donna di servizio” dando per scontato che il genere, di qualcuno che governa una casa, sia femminile.
 
Divertitevi a provare. Vedrete in quanti casi si da per scontato che un determinato mestiere sia da uomo ed un altro da donna. Ci sono anche termini che, identici, portano la mente a trarre conclusioni. Pensate a “Maestro” e “Maestra” : al maschile, si pensa ad un sommo esperto, per esempio un “Maestro d’arte” , mentre al femminile, si pensa alla Maestra delle scuole elementari.
 

Google evince quello che la cultura corrente gli insegna.

 
Sta a noi fare più attenzione, mentre scriviamo, di utilizzare correttamente il genere. Solo da poco si comincia ad usare determinate professioni al femminile (femminile che è sempre esistito nella lingua italiana). Pensiamo ad Avvocata e Avvocatessa, a Ingegnera. In qualche modo, noi donne. Per prime, abbiamo sentito come ridicolizzanti titoli, riguardanti certe professioni, espressi al femminile. Abbiamo difeso “Direttore Vendite” verso una “Direttrice Vendite” che pure sarebbe stato corretto in italiano, per timore di indebolire un traguardo raggiunto, con grande fatica.
 
Dietro a tutto questo c’è una questione culturale. Una questione culturale non è mai solo degli uomini. Una questione culturale tocca in prima istanza le donne. Sono le donne, che per prime, devono rendersi conto che, se il femminile “è raro”, è anche colpa nostra.
 

Una questione culturale

 
Le donne, come ho già avuto modo di dire in un altro articolo, hanno una importante responsabilità: quella di crescere e formare gli uomini e le donne di domani. Quando sento dire, da un ragazzo poco sopra la ventina, che “si sa che le donne non sono portate per le materie scientifiche”, non posso fare a meno di pensare che i suoi genitori, i suoi insegnanti devono avergli fatto introiettare queste credenze, questi pregiudizi.
 

Per questo noi amiamo invitare ai nostri incontri, come oratrici, donne straordinarie come Alexa Pantanella, che lavora nelle aziende perché le diversità in genere (e di genere) diventino una ricchezza abbattendo i pregiudizi. Donne votate come la giornalista Maria Tiziana Lemme che porta questo tema della discriminazione (anche involontaria e non consapevole) tramite il linguaggio. Donne determinate, come Diana De Marchi, Consigliera alle Pari Opportunità per il Comune di Milano e che si è dovuta pagare il timbro “La Consigliera” (perché quello “Il Consigliere” era l’unico previsto). Cristina Alessi, Professoressa ordinaria di Diritto, che ci ha fatto toccare con mano quanto sia facile scivolare in determinate affermazioni, senza avere consapevolezza della gravità. Le condanne, che ne sono conseguite, lo hanno – al contrario sottolineato.
L’avvocato Taormina fu condannato per aver dichiarato in un’intervista che mai avrebbe assunto omossessuali.
Feryn dichiarò invece che non avrebbe mai assunto personale straniero perché la clientela non li gradiva. Anche in questo caso ci fu una condanna.
 
Queste sentenze fanno precedente, danno cioè ad associazioni come la nostra il potere di agire. Associazioni come la nostra possono intentare cause per discriminazione e non è necessario che la discriminazione sia avvenuta verso una specifica persona.
 

Un lavoro continuo

 
Abbiamo fatto un grandissimo lavoro in EWMD per creare in noi stesse la consapevolezza di come un determinato linguaggio sia volto – consapevolmente o meno – a sminuirci, a minare la nostra sicurezza. Continueremo a fare un grande lavoro e le adesioni di nuove associate ci consentono di ampliare le nostre ambizioni con progetti sempre più importanti.
 

Unisciti a noi

 
Stiamo facendo tantissime cose e tante altre ne abbiamo in pentola. Siamo un’associazione Internazionale che ha in Italia tanti Chapter distribuiti sul territorio nazionale.  Siamo votate alla crescita della consapevolezza femminile, al rafforzarne i talenti e le competenze. Rimani informata sulle nostre iniziative compilando il nostro form. Sapremo sorprenderti.
 

Autrice: Rosa M. Mariani, Chapter Milano
Consulente organizzativo - Mentore aziendale